Martino, una situazione complessa – Cod. n° 7/2018/50

Martino, una situazione complessa – Cod. n° 7/2018/50

  1. Tipo di problema riferito:

Malattia febbrile con esantema diffuso morbilliforme, edemi arti inferiori, estrema astenia, dimagrimento, compromissione epatica e del metabolismo in generale, senso di disorientamento, disturbi della sensibilità estremità arti inferiori, singhiozzo persistente, stato depressivo concomitante. (Ricovero in Ospedale)

  1. Come è arrivato ai Fiori? Suggerimento da parte della figlia maggiore, da tempo conoscitrice dei benefici del trattamento con fiori di Bach.
  2. Prima volta? Esperienze precedenti?  Prima volta fiori di Bach
  3. Altri metodi provati? No
  4. Farmaci?  Antibiotici, per pochi giorni, poi spontaneamente sospesi
  5. Altro che ritieni dover indicare. –
  6. Storia del trattamento con i Rimedi di Bach.

Martino è un medico anestesista di 67 anni. Ha fatto il medico tutta la vita e anche in pensione collabora con una clinica privata.

Un giorno, all’improvviso, viene ricoverato in isolamento per i sintomi sopradescritti e dopo una settimana di cura con antibiotici e paracetamolo non ci sono miglioramenti, non c’è una diagnosi e si sente peggiorare di giorno in giorno. E’ molto preoccupato, teme per la sua incolumità.

Non avendo altre prospettive dietro consiglio della figlia accetta di provare il trattamento con i Fiori di Bach nella fase acuta della malattia (17/6/17), in ospedale, senza avvertire i medici che lo avevano in cura.

Dopo la prima somministrazione (avvenuta in serata) comincia da subito a sentirsi meglio e il giorno successivo accarezza l’idea di lasciare l’ospedale.

Sentendosi più in forze, ancora senza prospettive rispetto alla diagnosi, e pensando che senza una cura specifica le cose non sarebbero migliorate, decide di lasciare l’ospedale.

La composizione dei suoi Fiori di Bach viene rinnovata più volte, a distanza ravvicinata, apportando modifiche di volta in volta a seconda dall’emergere dei nuovi stati d’animo, o per bilanciare gli stati esistenti, a seguito di colloqui telefonici quasi giornalieri. E’ stanco, provato, in dubbio.

L’ansia, l’impazienza e la perdita di speranza rispetto alla guarigione si dissolvono man mano nei giorni successivi lasciando il posto alla nuova prospettiva di guarigione mentre continuano a emergere altri tipi di emozioni, legate talvolta alla paura, allo scoraggiamento, a un senso di colpa verso i familiari.

Martino é in origine un uomo pieno di vita e di energie, va in moto e si tiene in forma, gli piace fare piccoli lavori manuali da sé, adora il suo lavoro che fa con passione, intelligenza e dedizione.

Col proseguire dei giorni pian piano tutti i sintomi scompaiono: dapprima la febbre, il fastidioso e persistente singhiozzo (da più giorni, che non lo faceva riposare) insieme a quella sensazione di debolezza e di non riuscire a camminare ben bilanciato; “i piedi di cartone” come lui li chiama, rimangono invece in essere per più tempo ma ciò non gli impedisce di ricominciare ad uscire da solo per fare passeggiate.

Il 2 luglio 2017 avviene il colloquio diretto, ripetuto ad agosto (19/8/17) dove nuovamente il flacone mix viene modificato in vista di un viaggio programmato da tempo, che lo avrebbe portato molto lontano, in un altro continente, al quale non voleva rinunciare ma del quale aveva dubitato sino a poco prima.

La data della partenza arriva, Martino e sua moglie partono e non ci sono stati problemi. Anzi, sull’aereo all’andata ha dovuto assistere per tutta la tratta una donna che si è sentita male; seduto sul pavimento ha così avuto modo di viaggiare più comodo, allungando cioè le gambe, che erano il suo cruccio.

Martino dopo l’esperienza ha cambiato la sua idea sulle cure non convenzionali e oggi, ai pazienti che identifica in “difficoltà emozionale” consiglia un colloquio con un Consulente di Fiori di Bach.

Queste sono le sue parole:

Le parole del cliente:

“Utilissimo nel decorso della malattia, dal punto di vista psico-fisico. Senza dubbio, con questo trattamento grande senso di benessere mentale, speranza di guarigione sempre presente; in una parola, sensazione di fare qualcosa di veramente utile alla soluzione del problema. In generale, parole sempre di sincera ammirazione nei riguardi di questa disciplina naturale.”

Valeria Ballarati, Bfrp

 

 

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