L’ultimo incontro del Reading about Bach prima della pausa estiva, ci ha viste riflettere su Hornbeam, rimedio del gruppo Incertezza, come al solito partendo da Bloom di S. Ball e da Fiori di Bach-Forma e Funzione di J. Barnard. Un rimedio amato e usato con disinvoltura anche dai neofiti della floriterapia di Bach, perché la condizione emotiva che il Carpino bianco aiuta ad equilibrare, quella “stanchezza mentale, che può sembrare fisica” al solo pensiero di dover affrontare la propria quotidianità (con tutte le sue incombenze), è in fondo una condizione piuttosto comune e frequente.
Ci siamo trovate d’accordo con il ruolo di attivatore energetico sottolineato da Ball che lo definisce “la scintilla iniziale di energia” quando la nostra spinta interiore a fare le cose ci abbandona. Ugualmente, siamo state tutte d’accordo nel riconoscere la procrastinazione come l’atteggiamento tipico di chi ha bisogno di Hornbeam.
Anche la rapidità con cui agisce il rimedio, facendo avvertire una evidente sferzata di energia che muove all’azione, è un aspetto riscontrato all’unanimità. La mia esperienza personale (constatata anche su alcuni clienti) è addirittura un’attivazione eccessiva che rende difficile l’addormentamento, per questo motivo, in alcuni casi mi sono trovata a consigliare di non assumerlo la sera o di ridurre l’assunzione a sole tre volte al giorno.
Barnard ci ha raccontato gli elementi della pianta che parlano di forza ed energia: la fioritura “appare come un manto di lamé dorato che brilla alla luce del sole, emanando una forte energia”(però non tutte le annate); le nervature longitudinali del tronco che ricordano delle fasce muscolari; la durezza del legno, utilizzato in Inghilterra per costruire utensili, prima del ferro e dell’acciaio e l’ottima qualità della legna da ardere che se ne ricava; la capacità di fondersi e di continuare a crescere insieme quando due rami si toccano o incrociano.
Ancora Barnard ci suggerisce i plausibili paragoni con Elm e Larch, meno scontati del più ovvio confronto con Olive, attorno al concetto condiviso del “non farcela”.
Mentre per Elm sono centrali gli elementi di carico eccessivo straordinario da affrontare, e di responsabilità, per Hornbeam l’oppressione e la sensazione di non farcela è nei confronti dalle proprie inevitabili mansioni quotidiane.
Se Larch sente di non farcela perché dubita delle proprie capacità, che ritiene carenti, Hornbeam dubita di avere sufficiente energia. Un esempio di come la stessa espressione, che ci siamo trovati a pensare, dire ed ascoltare centinaia di volte significhi cose differenti.
Tornando alla definizione di Bach, che indica il Carpino bianco “per chi non sente di avere forza sufficiente, a livello fisico o mentale, per portare il fardello della vita sulle sue spalle …” (Collected writings) il rimedio agisce da starter per “riattivare il coinvolgimento esistenziale” che permette di affrontare la propria routine quotidiana, qualunque essa sia, con rinnovata energia ed entusiasmo.
Sempre ogni 3° lunedì del mese dalle ore 21 alle 22.30 circa, riservato a tutti i Soci, BFRP e non.
Cristina Irrera BFRP
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