Il Practitioner. La sua personalità – prima parte

Si presume (e si spera) che chiunque operi nella relazione d’aiuto si conosca bene.

Lavorare con il cliente tramite il metodo dei Fiori offre a noi Practitioner una preziosa opportunità per confrontarci con noi stessi, riconoscere serenamente le proprie qualità e punti deboli, e come entrambi entrino in gioco sia nella relazione con l’altro che nella scelta dei rimedi. Per chi vuole coglierla, può diventare una meravigliosa occasione di evoluzione.

Conoscere ed usare i nostri fiori tipologici all’occorrenza, ci permette di tornare in una condizione di equilibrio emotivo e di evitare o contenere quelle derive caratteriali che ciascuno di noi ben conosce.

Partendo dal presupposto che ogni Practitioner, qualunque sia la sua personalità, abbia fiducia nel metodo dei fiori di Bach, sia motivato nel diffonderlo e desideri aiutare il prossimo, ciascuno lo fa attraverso la propria storia, esperienza e soprattutto, attraverso il proprio modo di essere.

Proviamo dunque a radiografare le principali personalità di Practitioner, mettendo in evidenza pregi, difetti, rischi, quando non sono in equilibrio, e la lezione che ciascuno di essi è chiamato ad imparare, o migliorare.

 

Il Practitioner Impatiens

Sicuro di sé, efficiente, rapido nel condurre la consulenza e nel mettere a fuoco i rimedi utili, sa come mantenere il focus. Non brilla per empatia: rapidità ed ascolto emotivo sono infatti qualità poco compatibili. I suoi modi bruschi e sbrigativi possono ostacolare l’instaurarsi di una relazione profonda.

Deve imparare ad essere più paziente. Rallentare lo aiuterà ad essere più presente a sé stesso, più comprensivo e gentile verso l’altro.

 

Il Practitioner Vervain

Assolutamente convinto della bontà del metodo e dei rimedi, trasmette entusiasmo e fiducia, qualità preziose per il cliente in difficoltà, in grado già di per sé d’influire positivamente sul suo stato emotivo. Spesso fin troppo convinto delle proprie idee (e dei rimedi giusti), potrebbe non ascoltare con la dovuta considerazione i messaggi che giungono dall’altro, cercando tout court di imporre i propri.

Deve imparare a moderare l’impeto delle proprie convinzioni, concedendo all’altro la libertà di essere sé stesso.

 

Il Practitioner Oak

E’ la spalla stabile che sostiene, particolarmente prezioso nei momenti in cui si vacilla. Rassicura e infonde fiducia solo con la sua presenza forte e pacata; si fa carico facilmente della sofferenza altrui. Con il suo atteggiamento eccessivamente responsabile e protettivo, potrebbe indurre il cliente ad appoggiarsi eccessivamente su di lui, piuttosto che responsabilizzarsi ed attivare in maniera energica le proprie risorse.

Deve imparare a smussare l’eccessivo senso del dovere, che lo porta a sfinirsi, accollandosi carichi non suoi.

 

Il Practitioner Chicory

Ci si augura (per i clienti) che questo tipo di Practitioner sia consapevole delle proprie dinamiche ed in grado di tenerle a freno. Abile seduttore, empatico, sa come conquistare la fiducia dell’altro e costruire relazioni intime e durature. Con sottili sistemi di manipolazione e controllo verso il cliente può tendere ad instaurare meccanismi di relazione invischianti e addirittura dipendenze. Può facilmente irretire soprattutto inizialmente, ma anche far scappare a gambe levate, chi non gradisce quel genere d’invadenza.

Deve imparare a colmare i propri vuoti interiori per poter instaurare relazioni meno dipendenti e più sincere, basate sulla reciprocità, dove riversare una generosità disinteressata.

 

Il Practitioner Red Chestnut

Empatico, ultraprotettivo, troppo sbilanciato sull’altro, rischia di proiettare le proprie apprensioni eccessive sul cliente,appesantendolo ulteriormente, invece di sollevarlo. Se da un lato, il suo atteggiamento di preoccupazione può essere sentito come interesse da alcuni, altri possono allontanarlo, percependolo opprimente e svalutante. Può instaurare dipendenze.

Deve imparare a fare i conti con le proprie paure personali e lasciare ad ognuno la responsabilità della sua vita, comprendendo con umiltà che non può e non deve farsi carico del destino altrui.

 

Il Practitioner Water Violet

Ascoltatore abile, attento e sensibile, col suo modo di fare equilibrato, induce facilmente l’altro ad aprirsi per ottenere le informazioni necessarie alla scelta dei rimedi utili. Da alcuni clienti potrebbe essere percepito emotivamente un pò troppo freddo e distaccato.

Deve imparare ad aprirsi al prossimo, senza sentirsi invaso e in pericolo, per scoprire la comunanza.

 

Il Practitioner Vine

Sicuro, intelligente e deciso, è poco empatico ed emotivamente freddo. Ha quindi difficoltà a riconoscere le emozioni (proprie e dell’altro). Per entrambi i motivi, capire quali siano i rimedi più utili al cliente, può risultare arduo. Potrebbe diventare un punto di riferimento e una guida per alcuni, ma anche risultare imperioso e troppo dominante per altri.

Deve imparare a considerare maggiormente e rispettare l’altro, a non imporsi con freddo senso di superiorità.

 

Il Practitioner Rock Water

Convinto sostenitore del metodo dei fiori di Bach e forte di un’esperienza personale solidamente costruita, potrebbe risultare uno tra i Practitioner più preparati, sia sulla teoria che nella conoscenza dei rimedi. Troppo rigoroso nell’applicazione del metodo e rigidamente attaccato alla propria unica e sola idea di miglioramento, potrebbe non riuscire a sentire e comprendere l’altro, i suoi effettivi bisogni, la sua umanità sofferente.

Deve imparare che ognuno ha la propria strada personale per crescere ed evolvere. Una maggiore flessibilità può essere molto più utile e benefica di principi e regole tagliate con l’accetta.

 

Il Practitioner Beech

Ottimo osservatore, grazie alla sua capacità di analisi può mettere a fuoco facilmente le emozioni dell’altro, così come la loro sottile evoluzione durante un trattamento floreale. Se non tiene a bada la propria difficoltà ad accettare l’altro (anche quando molto diverso da lui) e a scorgerne la bellezza e le potenzialità, sarà difficile creare una relazione empatica e supportiva.

Deve imparare ad accogliere la diversità provando a considerarla una fonte di arricchimento, piuttosto che giudicarla con superficialità.

Cristina Irrera BFRP

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