“Che la semplicità di questo metodo non vi induca a non farne uso, perché quanto più le vostre indagini proseguiranno, tanto più vi renderete conto della semplicità di tutto il Creato.”  

Edward Bach

Semplicità

Noi al Bach Centre dedichiamo molto tempo a parlare di semplicità, il che dimostra – mi pare – che per molte persone la semplicità è un argomento difficile e complicato. Certamente, la storia dei rimedi suggerisce che si può impiegare molto tempo a raggiungerla.

Il dr. Bach si laureò in medicina nel 1912 e al momento di ricevere il diploma di laurea disse: “Mi ci vorranno cinque anni per dimenticare tutto quello che mi è stato insegnato”. In realtà gli ci volle molto più tempo. Passarono diciotto anni prima che voltasse definitivamente le spalle alla ricerca ‘ortodossa’ e che, una volta fracassate le ampolle di vetro nel suo laboratorio, lasciasse Londra.

La scoperta dei 38 rimedi gli richiese altri cinque anni. Lungo il percorso, il dr. Bach perfezionò due metodi interamente nuovi per ricavare delle medicine dalle piante – il metodo del sole e quello della bollitura, che sono ancora in uso oggi.

Allo stesso tempo, la sua sensibilità verso la natura e le persone che andavano a chiedergli aiuto crebbe in misura tale, che verso la fine soffriva egli stesso dei sintomi e delle sofferenze psichiche che provavano i suoi pazienti. Nel periodo della ricerca degli ultimi diciannove rimedi, nel 1935, egli pativa in misura estrema le angosce relative ai diciannove stati mentali per i quali cercava il rimedio e provava sollievo solo una volta trovata la pianta giusta.

Il dr. Bach dichiarò che il suo metodo era completo quando ebbe trovato tutti i rimedi di cui aveva bisogno – 38 preparazioni in tutto – con cui si potevano ottenere circa 293 milioni di combinazioni diverse, ma così semplici da preparare e da usare che chiunque avrebbe potuto farlo.

Il dr. Bach aveva goduto di molti anni di successi nella ricerca medica a Londra. Il suo lavoro gli aveva portato fama e un’elevata considerazione professionale sia fra i medici ortodossi che fra quelli omeopatici. Ora, negli ultimi anni aveva trovato un approccio interamente nuovo alla terapia, concentrandosi unicamente sulla salute emotiva e spirituale delle persone, piuttosto che sui loro sintomi fisici.

Potevamo aspettarci che, alla sua morte, avrebbe lasciato dietro di sé scaffali pieni di appunti e pubblicato scritti con i quali incutere timore reverenziale nei posteri. Ma anche su questo punto egli fu determinato a lasciare la massima chiarezza e il massimo ordine.

Così, perfino mentre era impegnato nella ricerca di nuovi rimedi, il dr. Bach tendeva a spogliare l’esercizio della sua professione di ogni idea e teoria non necessaria. I primi ad essere abbandonati furono il laboratorio e la ricerca ortodossa, ma molto di più sarebbe seguito.

Man mano che faceva progressi, abbandonò l’uso del metodo di preparazione omeopatico della succussione, investigò i nessi fra i rimedi per i tipi di carattere e l’astrologia, ma poi li mise da parte, abbandonò la diagnosi condotta sulla base dei sintomi fisici e rinunciò all’idea, considerata superflua, che differenti rimedi agiscono su piani “superiori” o “inferiori”.

Poco prima della sua morte egli allestì un falò nel giardino di Mount Vernon, nel quale bruciò molti dei suoi primi appunti, deciso a non farli sopravvivere perché non fuorviassero le persone in futuro. Tutto quello che era necessario dire, era detto nelle 32 pagine dei Dodici guaritori.

Nella sua mente il lavoro scartato, ad esempio le teorie abbandonate, era come un’impalcatura: utile mentre i muri venivano costruiti e il tetto veniva posato sulla sommità dell’edificio, ma ingombrante e inutile una volta che la casa era finita e le persone pronte ad abitarla.

Nel 1936 qualcuno iniziò a promuovere l’idea di combinare i 38 rimedi in un solo elisir e di risolvere così i problemi di tutti con una sola miscela – un’idea che il dr. Bach aveva già messo alla prova ed abbandonato.

“Penso che ora tu abbia visto ogni fase del lavoro,”

egli scrisse al suo amico Victor Bullen nell’ottobre di quell’anno, un mese prima della sua morte.

“Il fatto che si verifichino dei tentativi di distorsione del nostro lavoro, costituisce prova del suo valore, perché la distorsione è un’arma assai più potente del tentativo di distruzione.”

Nella stessa lettera egli indica la strada che i suoi successori avrebbero dovuto seguire.

Il nostro lavoro consiste nell’aderire esclusivamente alla semplicità e alla purezza di questo metodo di guarigione,” egli scrive, “e quando uscirà la prossima ristampa dei Dodici guaritori dovremo fare un’introduzione più lunga, che confermi saldamente l’innocuità, la semplicità e i miracolosi poteri di guarigione dei rimedi.”

 

Semplicità e purezza: il Bach Centre esiste perché Nora Weeks, aiutante di sempre del dr. Bach, e Victor Bullen, promisero al dr. Bach che avrebbero continuato a mantenere saldi quei valori.

Alcuni professionisti scelgono di lavorare con dei metodi che la gente trova difficili da capire, alimentando un senso di mistero e di dipendenza. Da parte nostra, invece, noi formiamo persone che operino come educatori, in modo che i loro clienti possano essere istruiti sui rimedi ed imparare ad usarli da soli, per se stessi. I nostri migliori Practitioner perdono tutti i loro clienti e ne sono felici.

Il presente testo è tratto dal sito www.bachcentre.it

“Voglio che sia semplicissimo. Ho fame, vado nell’orto e raccolgo una lattuga; sono spaventato e ammalato, prendo una dose di Mimulus.”

Tratto da Nora Weeks: La vita e le scoperte di Edward Bach

 

 

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